Ho
sprecato forze, in lacrime, tentando di abbattere le mura
che ancora in piedi, macchiate del mio sangue
mi impediscono di evadere.
Le mie stesse promesse,
date al vento,
tramutano in catene.
Piango acido
Vomito farfalle
Grido silenzi
Sanguino amore.
Mi corrodono i secondi
Mi incendiano i pensieri
Mi dilaniano i sogni
Mi congelano le mancanze.
Fui percorsa da calda gioia,
sono percorsa da gelide convulsioni di dolore..
ipotermia apatica, mia condanna.
Perdo il senno come Orlando
tu la mia Luna
Io ammalata d’una malattia incurabile
con una lama nello stomaco
m’induco a riversare malsane convinzioni.
Proteggine l’anima, tu che puoi dall’alto
che la coscienza sua è annebbiata da fumi oscuri delle ingiurie assegnatogli
sii vento che gli rischiara la vista
ch’io mi perderò in quelle nebbie.
Letizia
Orlando, si sa, perse il senno per amore e come ogni cosa persa questo finì sulla Luna. Arrivare alla Luna per poter ritrovare la ragione. Con la speranza che Ludovico Ariosto non si offenda per il parallelismo, per il paragone, questi versi, divisi in più nuclei, raccontano proprio delle follia che coglie l’amante sola, ripudiata dall’amato.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!
~Letizia~