Esci dalla mia mente,
esci tempesta, abbandona i miei occhi,
esci acido dalle mie vene,
esci, abbandona il mio corpo.
Mi stai consumando…abbandonami
sul ciglio della strada,
lascia che mi sciolga in lacrime,
nell’odio delle altre persone.
Lascia che io scivoli via
non tenermi in sospeso,
con la pistola puntata,
la lama alla gola.
Se solo avessi il coraggio di lasciarmi andare…
se mi tagliassi le vene
vedresti l’acido che mi consuma dall’interno
quello che trabocca dalla voragine
al posto del cuore…
quello che macchia le mie guance
mentre piango in silenzio
con le unghie nelle braccia
a lasciare solchi…
l’acido che rende verdi i miei occhi,
che consuma i sogni, distorcendoli..
che li rende liquidi…
il vento di tempesta li congela
e questi si infrangono
cadendo in mille pezzi…lacerandomi
facendomi a pezzi.
Tu, che eri cicatrizzante delle mie ferite
punti di sutura
adesso sei ago, sei lama
ch’io conservo, amo, stringo.
Esci, abbandona il mio cuore
come la pioggia abbandona le nuvole,
come le nuvole abbandonano il cielo,
come il sole abbandona il mezzogiorno
accasciandosi all’orizzonte.
Come il Sole morirò
in una morte di calda luce poetica,
morirò nel massimo del mio splendore.
Risorgerò Luna,
e noi giocheremo a rincorrerci
tra notte e dì;
io di nuovo dipendente dei tuoi sorrisi…
tu di nuovo luce per me.
Perché solo un amore impossibile può essere eterno
e noi siamo due rette parallele che non si incontrano mai.
E se mai diventeremo incidenti per un fenomeno esterno
produrremo supernova,
ed io lacrime, stelle cadenti
e tu sorrisi, raggi di sole.
Letizia
“Sole e Luna” racconta sì, l’amore ma ne coglie l’aspetto doloroso. Lei, la cui più grande paura era quella di perdere lui, si ritrova sola. Gli ha donato tutto, tutta se stessa; adesso che lui se n’è andato le manca qualcosa, piange agonizzante. Se “Angelo” racconta l’amore se pur finito, “Sole e Luna” narra il dolore. Questi versi sono nati dopo sere di pianti ed urla, dopo lacrime all’aroma di caffè della colazione.
Scrivete qua sotto cosa ne pensate!
~Letizia~