Angelo

Bussasti con delicatezza alle porte della mia mente,

facendoti strada tra i miei pensieri,

ma spalancasti le porte del mio cuore

e lo rendesti casa tua.

Fosti tempesta,

le nuvole che offuscano il sole ed il sole stesso che le squarcia

nella mia mente,

talvolta pioggia dai miei occhi,

fuoco sulla mia pelle,

primavera nel mio stomaco.

Fosti abitante unico del mio cuore,

conquistatore unico del mio corpo:

mi facesti tua, marchiata

di lividi scuri e delicate ombre di baci.

Solo possessore di ogni parte di me,

mi strappasti il cuore dal petto e lo rendesti tuo.

Ritirasti poi i tuoi raggi dalla mia mente,

e le fiamme dalla mia pelle ormai fredda;

radunasti in scatole le tue cose portandole via dal mio cuore

che rendesti rubino e frantumasti in piccole schegge.

Eri ancora tempesta, vento liberatore da ogni altro pensiero

e coi pensieri si alzarono in volo frammenti morti del cuor mio.

Abbandonasti la fragile gabbia ossea

che invano aveva tentato di proteggerlo,

spezzata in una voragine, a sinistra dello sterno,

da abbracci rivelatisi mortali.

Non fui più tua,

i marchi svanirono e mi lasciasti sotto gli inquisitori occhi altrui.

Le nuvole cupe lasciarono scorrere fiumi

di amare ed oscure lacrime

non più nutrimento della primavera bensì acido

per le farfalle.

Fosti ed ancora sei tempesta tra i miei pensieri,

primavera per il mio stomaco,

alimento del mio inconscio, protagonista dei miei sogni.

Fosti e sei e sempre sarai unico possessore del mio corpo,

della mia anima plasmata dalle mani tue,

conquistatore unico delle cellule del mio corpo.

Luce fosti nei miei sorrisi, che affar tuo rimangono

custoditi in chissà quale angolo del tuo pensiero o cuore

che in te ancora batte

forse per entrambi.

Fosti angelo e demone

Ed ora rimani demone ed angelo.

Fosti i mattoni dei miei desideri, proibita meraviglia.

Fosti e sei. Sei e sarai.

Letizia